Adozione e Scuola
La famiglia adottiva entra nella scuola: obiettivi e risultati da raggiungere per evitare una nuova istituzionalizzazione.
La scuola è spesso la prima realtà istituzionale con la quale le famiglie adottive si devono confrontare poco dopo l’arrivo dei bambini.
Parlando con i neo-genitori adottivi risulta evidente quanto se questo passaggio sia da una parte ansiogeno, perché implica una prima separazione dai figli arrivati da poco, dall’altra risulta di supporto perché consente ai genitori di “riprendere fiato” dalla loro nuova vita familiare a casa.
Certo è che spesso i bambini che provengono da adozioni internazionali rappresentano, nella realtà scuola, un “ibrido: né italiani, né stranieri… ma adottati!”. Piccoli che spesso non parlano né comprendono più di tanto l’italiano ma che vorrebbero imparare a farlo il più velocemente possibile, dimenticandosi la loro lingua d’origine e, spesso, anche la loro cultura di provenienza pensando così di riuscire ad integrarsi molto più velocemente! Bambini talvolta molto distratti, perché ancora piuttosto spaesati, che stanno qua stando ancora là.. candidati apparentemente perfetti per i BES o per valutazioni delle capacità di apprendimento..
La scuola poi, come dicevamo nelle prime battute, è forse la prima realtà istituzionale che i figli adottati incontrano una volta arrivati in Italia: regole, orari, divisione in classi, educatori, lavori di gruppo.. Tutti aspetti che, talvolta, potrebbero ricordare un passato non troppo lontano per quei bambini che hanno passato una parte della loro giovane vita in istituti, con tutto ciò che può aver rappresentato per la costruzione della loro identità.
Queste sono solo alcune considerazioni che ci fanno comprendere la funzione essenziale che la scuola svolge nella gestione del periodo post-adottivo per il bambino e la sua famiglia. Ribadiamo che il contesto scolastico è spesso infatti il primo sistema socio-relazionale con il quale la famiglia adottiva si confronta poco dopo la sua formazione: per questo motivo è essenziale che la scuola nel suo complesso sia adeguatamente preparata ad accogliere il bambino e i suoi genitori.
Una buona accoglienza si basa sull’integrazione all’interno della classe, sulla comprensione, sulla valorizzazione delle differenze culturali e sociali, oltre all’elaborazione di pregiudizi e false credenze sul fenomeno adozione.
Questi sono dunque gli obiettivi generali di una scuola in grado di accogliere anche i bambini adottati:
- favorire la conoscenza del fenomeno adozione all’interno del contesto scolastico
- potenziare le capacità di accoglienza dell’ambiente scolastico nei confronti degli alunni adottati
- coniugare il processo di integrazione nell’ambiente scolastico con la valorizzazione delle differenze individuali e culturali degli alunni
Tutto ciò si traduce in obiettivi specifici che potrebbero guidare un progetto di intervento psicologico, a questo riguardo, nella scuola:
- facilitare negli insegnanti il riconoscimento delle difficoltà emotive dei minori adottati che potrebbero influenzare il processo di apprendimento
- far emergere dal gruppo classe le idee e le emozioni sull’adozione al fine di costruire un’immagine condivisa del fenomeno
- agevolare la comunicazione tra gli insegnanti e i genitori adottivi
- favorire la comunicazione tra i docenti e il gruppo classe sull’adozione
- supportare il corpo docente nell’individuazione delle strategie che i minori adottati utilizzano per integrarsi o per omologarsi al gruppo classe, annullando le proprie differenze
Interventi di questo tipo potrebbero essere utili per la costruzione di un clima collaborativo tra genitori e insegnanti al fine di facilitare l’inserimento dei minori adottati all’interno dell’ambiente scolastico. Al tempo stesso riuscirebbero a sensibilizzare il gruppo classe sul fenomeno adozione, permettendo una trasformazione dei pregiudizi e delle false credenze ad esso collegate. E, non da ultimo, potrebbero contribuire alla formazione continua del corpo docente, sostenendo e sviluppando le risorse degli insegnanti nell’approccio e nella gestione delle difficoltà connesse all’integrazione di alunni adottati all’interno della classe.
Cecilia Bianchi
Centro Co.Me.Te Firenze
Centro Co.Me.Te Valdelsa